Terza isola per grandezza dell’arcipelago, si erge maestosa immersa in una fittissima vegetazioneRaggiungibile solo via mare, ma lo sforzo vale davvero la pena: rocce granitichespiagge da sogno, particolari dune di sabbia che caratterizzano alcune cale e un entroterra ricco di vegetazione tipica della macchia mediterranea.

Per chi arriva da ovest, l’isola sembra inospitale, con rocce a picco sul mare e priva di spiagge. Non bisogna lasciarsi ingannare, basterà proseguire verso est e il visitatore sarà inondato da alcune delle spiagge più belle dell’Arcipelago: Cala Corsara, Cala Granara e Cala Ciaccaro

Raggiunta l’isola, quello che salta all’occhio sono le forme delle rocce, una più bizzarra dell’altra. Tra le più famose quella della strega e del bulldog, ma ne esistono molte altre: a voi la libertà di trovarle e fantasticare.

Caratteristica peculiare dell’isola è la presenza di piccoli corsi d’acqua, chiamati vadine, particolarmente abbondanti nella stagione delle piogge, che offrono ai visitatori uno spettacolo inusuale. Si tratta di piccoli fiumi che scendono fino al mare, spezzando le spiagge per farsi strada.

Spargi, però, non è solo natura e spiagge incontaminate, è anche storia militare. Infatti sull'isola sono presenti diverse fortificazioni costruite tra la fine dell’800 e i primi del 900.  Scopri qui le fortificazioni di Spargi.

L’isola è custode anche di varie specie rare, in particolare dell’Armeria pungens che potrebbe essere considerata simbolo dell’isolaÈ preziosa per l’arcipelago di La Maddalena perché, malgrado sia molto diffusa sulle coste galluresi, nell’area del parco è rara. Sull’isola di Spargi la troviamo a Cala Ciaccaro e Cala Corsara, dove fiorisce in tarda primavera.
Il Ginepro fenicio (Juniperus phoenica), l'Erica arborea (Erica arborea) e il Corbezzolo (Arbutus unendo) sono alcune delle circa 400 specie censite finora nell'isola.

nord-ovest si trovano gli isolotti di Spargiotto e di Spargiottello, tutelati dall'Ente Parco in quanto importanti zone di nidificazione dell'avifauna marina caratterizzata dal Gabbiano corso (Larus audouinii), Berta maggiore (Calonectris diomedea), Berta minore (Puffinus yelkouan) e Uccello delle tempeste (Hydrobates perlagicus).

Un importante ritrovamento archeologico venne realizzato di fronte alle coste di Spargi, sulla secca Corsara (a -18 mt di profondità), dal palombaro maddalenino Lazzarino Mazza nel 1939. Venne infatti riportato alla luce il carico di una nave oneraria romana (110 a.C.) e successivamente, nel 1958, grazie al direttore del Centro Sperimentale d'Archeologia Sottomarina di Albenga, Nino Lamboglia, e al giornalista Gianni Roghi, iniziò la campagna di ricerca. Una seconda campagna fu condotta nel 1963, che purtroppo denunciò la mancanza di molti reperti, trafugati da ricercatori di frodo. Tutto ciò che fu rinvenuto, circa 2.000 anfore e ceramiche è oggi custodito nel Museo Navale "Nino Lamboglia" di La Maddalena.

Spiagge

Arrivando da La Maddalena, la spiaggia di Cala Corsara si apre lentamente, lasciando i visitatori meravigliati fino all’ultimo. Il colore dell’acqua cristallina si contrappone ai colori delle rocce granitiche, offrendo uno spettacolo indimenticabile.

Un punto di attrazione sulla spiaggia, è il tafone, la prima “casa” dell’isola. Le tracce ritrovate (cocci di pentole, di ciotole e un piede di tripode) ci raccontano la vita di popolazioni lontane che si rifugiavano al suo interno. Si pensi ai viaggiatori che durante lo spostamento verso nord, in presenza di tempeste, facevano tappa sull’isola in attesa di un attraversamento sicuro delle Bocche di Bonifacio. L’uso del tafone durò a lungo, dal Neolitico antico fino alle soglie del Nuragico, per poi riprendere in epoche più recenti: sono stati ritrovati bossoli e munizioni di armi della seconda guerra mondiale.

Cala Granara, situata lungo la costa orientale dell’isola di Spargi, vanta una spiaggia spettacolare con acque di un turchese eccezionale. I fondali bassi e sabbiosi lasceranno i visitatori meravigliati. Alle spalle, sinuose dune di sabbia e una fitta vegetazione proteggono la spiaggia, avvolgendo i turisti in freschi profumi tipici dell’area mediterranea.
La spiaggia è divisa in due da un promontorio roccioso, creando così due cale.

Cala Soraya, o come originariamente chiamata dai maddalenini Cala Ciaccaro, è un paradiso caratterizzato da una florida macchia mediterranea con specie come lo spillone delle spiagge (Armeria pungens), l’elicriso o il giglio

La cala è stata ribattezzata Cala Soraya in seguito alle vicende della ex regina di Persia Soraya Esfandiary, che, ripudiata dal marito, si diceva fosse stata vista frequentare Cala Gavetta, e qualcuno pensò bene di attribuire il suo nome a questa montagna di sabbia di Spargi.

Foto: Cala Ciaccaro - Mirko Ugo

Fonti: "Itinerari nel Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena", Fabio Presutti, Massimiliano Doneddu, Paolo Sorba Editore; "Spargi", Giovanna Sotgiu, paolo Sorba Editore

 

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