Un gruppo di cittadini maddalenini sostenuti dall’associazione “Un arcipelago senza plastica” non è d’accordo con l’intervento di abbattimento di Pino domestico nelle pinete ad uso ricreativo dell’Isola di Caprera. L’articolo afferma quanto di seguito: “Sicuramente siamo d’accordo col Parco che per motivi di sicurezza è necessario potare ed abbattere le piante malate, ma non si può accettare un abbattimento libero anche di piante giovani” e poi continuano: “Quindi prima di distruggere ciò che non è necessario, bisogna ponderare bene gli effetti positivi e negativi di determinate scelte, condividerle con l’Ente comunale, ignaro di tale provvedimento ma responsabile della sicurezza pubblica…”
Queste affermazioni derivano da una totale carenza di informazioni ufficiali sullo stato delle cose e rammarica che prima di pubblicare sui quotidiani le persone non raccolgano le informazioni corrette direttamente alla fonte.
Le pinete di Caprera derivano da una serie di rimboschimenti artificiali in gran parte effettuati intorno agli anni ‘60, come il caso della pineta oggetto della rimostranza da parte dell’associazione in questione. Per questi rimboschimenti non sono stati seguiti negli anni le cure colturali, quali sfolli e diradamenti necessari, ad avere una maggiore stabilità degli alberi e un maggior equilibrio degli stessi tra apparato radicale, altezza dei fusti e diametro della chioma. Il risultato: soprassuoli in cui gli alberi sono fortemente appressati e in forte competizione per la luce e l’acqua, alberi indeboliti e soggetti a diversi e gravi attacchi parassitari.
Il taglio degli alberi in corso a Caprera non è “indiscriminato” in quanto è un’attività messa in campo a seguito di uno studio specialistico e dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni previste dai diversi Enti competenti, Comune compreso, chiamato in causa con diverse note informative e soprattutto titolato a esprimere parere di competenza relativamente al rilascio dell’Autorizzazione Paesaggistica.
A completezza di informazione è doveroso comunicare che con questo intervento l’Ente Parco ha l’obiettivo di conservare il più a lungo possibile le pinete di Caprera nel tempo, perché fanno parte del paesaggio e sono ampiamente frequentate dai cittadini, e non di distruggerle. Fare un intervento colturale significa proprio dare, in questo caso ad un bosco artificiale fragile, la possibilità di conservarsi nel tempo e magari riuscire anche a riprodursi naturalmente come è già successo proprio nella Pineta di Stagnali.
Si coglie l’occasione per invitare tutti ad informarsi adeguatamente presso gli uffici dell’Ente prima di fare dichiarazioni fuorvianti e sempre pronte a denigrare la mission del Parco.