Fortificazioni isola di Caprera

Candeo

Posizione: partendo dal forte Arbuticci l’Opera Candeo è raggiungibile seguendo il sentiero n. 11.

L’opera antinave Antonio Candeo costruita nel 1928, era una batteria di medio calibro che presidiava la costa nord orientale di Caprera.

I primi edifici che si incontrano alla fine dei tornanti sono una casermetta per i sottufficiali e i comuni, l’alloggio del capoposto e un piccolo fabbricato destinato a prigionette. Nelle vicinanze c’è il molo e gli edifici del Corpo di Guardia la cucina e una cisterna. Seguendo le indicazioni, si arriva alla postazione n.4 al cui interno sono state scavate le riservette per le munizioni, una galleria dove si aprono piccoli locali lungo il percorso fino ad arrivare alla postazione dell’obice da 152/50. Il cannone è stato rimosso negli anni ‘50 ma ancora oggi sono visibili le chiavarde che lo fissavano al basamento: aveva un ingombro di otto metri ed era un'artiglieria dalle buone prestazioni che sparava proiettili fino a circo 19 km di distanza.

È la stazione di tiro che caratterizza tutta l’opera: due strutture a torre collegate tra loro e ricoperte di granito per mimetizzarle con il paesaggio circostante.

 

Punta Rossa

Posizione: raggiungibile in macchina, dopo aver superato il ponte che collega La Maddalena all’isola di Caprera si prosegue dritto e al primo incrocio si svolta a destra e si prosegue fino in località Due Mari. Da qui si prosegue a piedi superando delle case bianche sulla sinistra fino ad arrivare davanti al cancello d’ingresso con la garitta.

L’Opera di Punta Rossa si trova in una striscia lunga di terra circondata dal mare all’estremo sud dell’Isola di Caprera.
Il primo complesso che si incontra è la stazione torpedini con edifici di diversa grandezza ed enormi capannoni posti di fronte al molo. Quest’ultimo formava un piccolo porto che serviva per i rifornimenti del materiale e come rifugio per le imbarcazioni. Superata la stazione torpedini si prosegue lungo il sentiero battuto fino a raggiungere l’ingresso della fortificazione ottocentesca con un vecchio cancello di ferro. Due imponenti postazioni da tiro che ospitavano, al momento della costruzione, due obici da 343 mm e dal  peso di 68 tonnellate ciascuno.
Tornando al cancello d’ingresso si sussegue una serie di edifici usati come casermette, dormitorio, stazione fotoelettrica e cucine. Negli anni ‘20 fu aggiunta una nuova batteria con 4 cannoni antinave 120/4.
L’Opera di Punta Rossa è stata utilizzata per le esercitazioni degli incursori della Marina fino al 2010.
 

Poggio Rasu superiore

Posizione: raggiungibile in macchina, dopo aver superato il ponte che collega La Maddalena all’isola di Caprera si prosegue dritto e al primo incrocio si svolta a destra poi subito a sinistra. Al primo incrocio con un’altra strada asfaltata deviare di nuovo a destra e si raggiunge così l’Opera di Poggio Rasu inferiore. Da qui si prosegue a piedi raggiungendo in alto Poggio Rasu Superiore.

L’Opera è circondata da un fossato e alte mura, con un ponte levatoio inagibile. Per entrare occorre quindi aggirare l’ostacolo prendendo il piccolo sentiero in discesa sulla destra che arriva ad un varco nel muro nella zona bassa delle caserme.

Il periodo di costruzione va dal 1887 al 1893, con un armamento costituito da 4 obici da 280 Krupp e 4 cannoni da 57 Hotchkiss. Dai depositi di munizioni partono delle rotaie che portavano i proiettili nelle piazzole dove ancora oggi si possono vedere i grossi perni per la base dei cannoni.
Poggio Rasu Superiore è una meta ambita soprattutto per il panorama: la vista spazia a sud verso la costa sarda con Capo Ferro, sotto si osserva la bellissima Cala Brigantina e più a nord la famosa Cala Coticcio. Di fronte gli isolotti dei Monaci sormontati dal faro.


 

Forte Arbuticci

Posizione: raggiungibile in macchina, dopo aver superato il ponte che collega La Maddalena all’isola di Caprera si prosegue dritto e al primo incrocio si svolta a destra poi subito a sinistra dirigendosi verso il nord fino alla fine della strada asfaltata. Oggi ospita il Memoriale Giuseppe Garibaldi

Il forte Arbuticci fu costruito tra il 1887 e il 1893, a 130 m sul livello del mare e occupa 25000 metri quadri. Il forte fa parte delle opere alte ed è quindi caratterizzato da un terrapieno sul fronte mare, un fossato, un muro perimetrale e un corpo di batteria principale rivolto verso il mare aperto in posizione avanzata. In posizione arretrata e laterale ci sono invece le batterie per gli armamenti di medio calibro.
L’opera aveva il compito di controllare il passaggio delle Bocche di Bonifacio nella parte nord dell’Arcipelago di La Maddalena. Durante le due guerre il forte Arbuticci svolse funzioni diverse: nella Prima guerra mondiale fu spogliato della sua artiglieria per armare il fronte terrestre, nella Seconda Guerra fu adibito a deposito viveri e nel 1942 assegnato ad un plotone di fucilieri. Al termine della guerra fu abbandonato e dismesso nel 2006 passando al Patrimonio dello Stato. Restaurato due volte, l’ultima volta nel 2012 e trasformato in quello che è oggi: il Memoriale Giuseppe Garibaldi. Il Memoriale ospita circa 200 pezzi tra  opere e documenti dell’Eroe dei due mondi, sviluppandosi su un unico piano.

Messa del Cervo

Posizione: raggiungibile partendo dal Forte Arbuticci

La batteria Messa del Cervo, era una batteria doppio compito cioè antiaerea e antinave. Appena si raggiunge il sito, la prima prima cosa che si intravede sulla sinistra è l’ingresso al deposito munizioni: enorme galleria scavata sotto la roccia. È bene quindi munirsi di una torcia potente per poter visitarla in tutta sicurezza. Da qui si arriva al pianoro centrale, ma per chi non volesse passare all’interno si può accedere alla batteria tramite un sentiero che costeggia una grande caserma sulla sinistra, dove all’interno c’è la scritta “Vincere”.
Le piazzole sono disposte a quote diverse e da ciascuna di esse si può godere di un panorama mozzafiato sulla Corsica. Le canalette, che a prima vista possono sembrare i canali di scolo per l’acqua, sono in realtà l’impianto di comunicazione dove correvano i cavi elettrici a pochi centimetri di profondità e quindi scarsamente protetti e in costante rischio di interruzione.
L’opera aveva una caserma, delle cucine,  dei depositi munizioni e la stazione della direzioni di tiro tutte raggruppate in uno spazio limitato quindi visitabili in poco tempo.
 
Fonte: Barbara Calanca, Il Cammino delle Fortificazioni la Piazzaforte di La Maddalena